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  • Immagine del redattoreAntonello Pilia

Rubrica : "Uno staff per amico"...Coach Paolo Merella


Buongiorno Paolo,  cosa è per te la Pallacanestro ?

La pallacanestro è vita. 67 anni e 53 passati sui campi mi inducono ad ammettere la dipendenza per questo meraviglioso sport.

Spesso provo a fare un rewind di tutto ciò che ho fatto. Spesso ho iniziato anche a scrivere dei libri poi ho receduto dall’idea forse perché troppo preso e sempre più convinto che il basket come la vita le persone e quindi  i ragazzi gli uomini sono in continua evoluzione ed è quindi necessario anzi imperativo concentrarsi  sul futuro. Il Basket è un fantastico gioco ma molto esigente con i suoi protagonisti. Aggiornarsi quotidianamente è indispensabile. Programmare l’attività altrettanto. Tutti gli argomenti sia di carattere tecnico ma anche fisico metodologico sono ambiti da tenere sotto stretto controllo. Oggi più che mai acquisire competenze su rapporti  all’interno del gruppo squadra, staff tecnico, società genitori pone l’allenatore di fronte ad un compito molto impegnativo. Il Basket è scienza (non fantascienza) ma anche fantasia  e come tale va gestita sempre in relazione al materiale umano a disposizione.  Dal 1968 ad oggi sono cambiate molte cose e anch’io sono molto cambiato sotto il profilo delle conoscenze tecniche tattiche e credo di aver maturato un atteggiamento diverso verso le nuove generazioni di atleti oggi molto piu bisognose di attenzioni.  In linea con questo mio pensiero ho deciso di riscrivermi all’Università  in Scienze Motorie, è una mia fissazione. Ho sempre pensato che la preparazione dell’allenatore non ha un momento d’arrivo. Non esiste di fatto un momento in cui una volta acquisita la qualifica di allenatore ci si ferma nella formazione. Insegnare è compito che prevede responsabilità con se stessi e verso gli atleti. Non riesco a togliermi di dosso questa voglia di entrare in palestra e vedere migliorare i ragazzi che alleno. Sono esigente con loro ma innanzitutto con me stesso. Ho la fortuna di amare in modo viscerale quello che faccio e mi ci applico con entusiasmo passione e fantasia cercando di interpretare il senso dello sport in termini educativi positivi. Ci sarebbe dell’altro ma in questi anni non avuto molto tempo per pensarci,  la Pallacanestro la vivo.


Quale sono le motivazioni che ti hanno spinto ad abbracciare il progetto Dinamo 2000?

Dare un contributo alla Dinamo 2000 per vederla riposizionarsi con il ruolo che merita nel panorama cestistico cittadino, regionale e nazionale.


Quale e’ stato l’approccio dei ragazzi della under 16 e della under 14 dopo questi primi due mesi di lavoro in palestra?

Positivo senza dubbio anche se ho trovato ragazzi non motivatissimi e con alcuni problemi di carattere fisico tecnico. Sono passati pochissimi allenamenti e la situazione è radicalmente cambiata. Si sono create ottime sinergie tra me e loro e la crescita è iniziata. Mi è bastato guardare in faccia questi ragazzi sia i 2006 che i 2004 per interpretare le loro aspirazioni. Voglia di divertirsi e di imparare, tutti i giorni.  Ragazzi che probabilmente  delusi per vari motivi si aspettavano da me un messaggio forte di riscatto. Bene comunico che la musica è cambiata, i ragazzi ci sono sia dal punto di vista della motivazione che dell’impegno.  Ho visto alcuni di loro in pochi mesi  cambiati radicalmente dal punto di vista dell’approccio al lavoro in palestra. Siamo passati in molti casi dal “ mi manda mamma/babbo” al “Coach posso venire 30 minuti prima a fare fondamentali?”. Bene molto bene. 


Il tuo modello preferito di gioco nelle giovanili? (Offensivo e difensivo)

Per quest’anno e per gli anni a venire con questi ragazzi? Correre. Un basket di corsa. Contropiede primario con soluzioni un attimo fuori dai canoni. Ho scelto di far correre la palla sulle corsie laterali ovviando alla cronica difficolta, soprattutto per gli Under 14 di attraversare la parte centrale del campo spesso con molti, troppi palleggi. Quindi contropiede passato coinvolgendo l’intero quintetto  spingendolo ad osare conclusioni primarie ma nel contempo leggere la situazioni e trovare alternative. Giocare senza palla tenendo sotto controllo le alternative che man mano si presentano. Brutto termine lavorare con le giovanili ma di questo poi si tratta. Concentrazione e  applicazione di concetti  semplici sui quali lavoro molto quali le collaborazioni a 2 e 3 in attacco e difesa. Difesa, difesa, difesa. Ogni giorno un aspetto da curare non soltanto dal punto di vista tecnico ma soprattutto mentale. Questo è un punto doloroso. I ragazzi entrano in palestra per attaccare mica per difendere e trasmettere il messaggio dell’impegno individuale e di squadra in difesa spesso diventa faticoso.  Non nascondo che utilizzeremo sia la difesa a uomo che la difesa a zona. Difesa a zona pressante tutto campo. Tutto ciò prevede un aumento della concentrazione e delle responsabilità nelle collaborazioni difensive. Il gioco è come un puzzle e le tessere vanno inserite nel posto giusto. Voglio però che i ragazzi interpretino sul campo quanto  appreso leggendo la situazione creata dalla difesa o dall’attacco, lascio quindi che ci siano ampi spazi di lettura “responsabile” del gioco. Esercitazioni tendenti alla rapida lettura delle situazionì di gioco alle quali devono essere apportate adeguate e repentine contromisure. Gli strumenti  per risolvere tutto ciò si acquisiscono attraverso esercitazioni mirate sui fondamentali nel 1>1 2>2 e 3>3 . Saper  tirare con buone percentuali  ma saper passare non è in secondo piano. Il palleggio non è discriminato ma dato che è il fondamentale che per sua stessa natura viene egoisticamente abusato dai ragazzi provo a proporlo meno e  faccio svolgere esercitazioni  puntando più sulla qualità delle esecuzioni , quasi sempre sotto pressione  difensiva.  Voglio che questi ragazzi crescano consapevoli di essere dei protagonisti del loro sport quindi devono acquisire consapevolezza dei propri limiti e migliorare ogni giorno. Autodisciplina, autosufficienza e determinazione. Affinare tutti i giorni i fondamentali. Quotidianamente insisto sulla corretta acquisizione della giusta idea di spazio. Poco lavoro a secco ma non mancano mai approfondimenti con attività preliminari a stazioni all’interno delle quali  vengono eseguiti  nuovi movimenti . Purtroppo manca la parte atletica a cui sopperiamo con interventi settimanali personalizzati. 


Tre aggettivi per definire i tuoi gruppi…

Educati determinati  appassionati e ci metterei anche tanta voglia di imparare.


Raccontaci la Dinamo 2000 con la tua visione di allenatore benemerito?

Bella domanda ci vorrebbe un libro. Spero basti sapere che ho allenato diversi componenti di questa Società in età giovanile, dirigenti e non, quindi non posso che apprezzarne impegno contenuti ed obbiettivi. Apprezzo la passione e l’impegno col quale, soprattutto in questo periodo storico vengono affrontate problematiche di grande rilevanza. I Progetti e la politica non sono dalla parte della Dinamo 2000 ma è lodevole quanto si faccia sul territorio del Nord Sardegna. L’apertura dei nuovi Centri Mini Basket in periferia ( da me caldeggiata) è stato fondamentale. Tutto ciò può però bastare per una qualsiasi Società ma non per la Dinamo 2000 che per tornate ad essere trainante deve pensare in grande perché ne ha le potenzialità.


Le tre cose che un tuo giocatore o giocatrice deve avere per poter migliorare al massimo?

Credere in se stesso con la consapevolezza dei propri limiti e diventare man mano l’allenatore di se stesso. Fondamentali, strano ma vero, privilegiando a cascata tiro, difesa,  passaggio,  palleggio.


Quali sono gli obbiettivi della tua stagione con i gruppi che alleni ?

Crescere individualmente e come gruppo. Lavorare più sulla mentalità e sulla voglia di diventare protagonisti singolarmente all’interno del gruppo squadra. Riuscire a trasmettere il messaggio che ognuno di loro potrà diventare allenatore di se stesso ovviamente sotto il mio controllo e quello  di GianLuca Brambilla che mi segue come assistente del gruppo 2004. Sembra complicato ma al contrario una volta acquisita consapevolezza delle proprie capacità ogni componente la squadra metterà a disposizione le proprie competenze pur nella diversità di livello acquisito.  Ci siamo dati degli obiettivi e a quanto vedo dopo pochi  mesi siamo sufficientemente in vantaggio sulla tabella di marcia. Ho potuto notare diversi ragazzi acquisire fiducia in se stessi e fare poderosi salti di qualità se commisurati alla loro preparazione iniziale.


Invia un messaggio alla Dinamo 2000 la tua societa’ … 

non fermarsi mai, non mollare mai. La passione spesso non basta bisogna predisporre Programmi e Progetti sempre più ambiziosi ma mai dimenticare che al centro del lavoro ci sono i ragazzi. I ragazzi devono stare sempre al centro delle nostre attenzioni. I ragazzi sono il bene primario. I ragazzi non dovranno mai essere considerati numeri ma persone. In questo devo ammettere la Dinamo 2000 è stata sempre attenta.  Nel percorso educativo sportivo,ma non solo, coinvolgere i genitori è indispensabile. Credo sia opportuno che il ruolo dei genitori non possa essere relegato ad accompagnare i propri figli in palestra. Mi permetto in questa sede di ringraziare tutti coloro, genitori, che si prodigano per la buona riuscita dei Programmi della Dinamo 2000. 


Saresti felice della tua stagione se … ?

Nessuno dei ragazzi smettesse di giocare anche perché se ciò avvenisse anche per uno solo di loro sarebbe come decretare che ho sbagliato in qualcosa. Certo poi certi abbandoni sono fisiologici ma spero non si arrivi mai a certe soluzioni. Felice se  ognuno di loro raggiungesse la giusta consapevolezza dei progressi acquisiti. Progressi non solo dal punto di vista tecnico sia chiaro ma soprattutto dal punto di vista umano. La vita, e soprattutto lo sport  in palestra non è relegato al solo palla e tiro ma ci sono i valori umani da conoscere apprendere e preservare. L’amicizia, lo spirito di squadra il rispetto, la disponibilità per  tutti i protagonisti di questo fantastico palcoscenico. Fantasticare spesso è illecito soprattutto quando si parla di vittorie fuori portata nei vari campionati e realisticamente pensare di raggiungere obiettivi fuori dalla portata è quanto di più selvaggio si possa immaginare. Certo le vittorie non devono mai mancare e per questo ci proveremo con grande impegno.  Sarebbe valore aggiunto al nostro lavoro. Ma sarei ugualmente felice e forse anche di più se  al termine dell’attività vedessi tutti i miei ragazzi con la faccia giusta, vogliosi di entrare ancora in palestra a divertirsi.  Ansiosi di prendere la sfera di cuoio e consumarla sul campo da basket e provare a crescere ancora un po in questo bel gioco che non finisce mai di stupirci e affascinarci. Per le vittorie nei campionati abbiamo rimandato l’impegno,  stiamo connessi , i lavori sono in esecuzione.


Buon Minibasket e buona Pallacanestro a tutti gli appassionati come Coach Paolo!!!

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